Ivan Padova 7 novembre, 2019
E’ la domanda che i clienti rivolgono al commercialista all’approssimarsi del finire dell’anno. Proviamo a percorrere alcune semplici ipotesi per trovare la risposta. Ipotizziamo un contribuente persona fisica che inizia attività il 01 gennaio e poniamo che la scadenza del primo versamento sia il 16 giugno dell’anno successivo:
Artigiano: fatturato 140.000; costi deducibili per 40.000; reddito da tassare 100.000:
verserà € 89.452 (89,45% del reddito)
nei dettagli: saldo irpef e addizionali 38.520 + acconti 14.179 + Saldo IRAP 3.393 + Acconto IRAP 1.330 + Saldo inps 21.353 + acconto INPS 10.676; seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 36.550 per complessivi versati 126.002 ovviamente pari a 126% del reddito.
Professionista: soggetto INPS gestione separata, operante con privati senza r.a.: fatturato 140.000; costi deducibili per 40.000; reddito da tassare 100.000:
verserà € 88.707 (88,70% del reddito)
nei dettagli: saldo irpef e addizionali 38.520 + acconti 14.179 + saldo inps 25.720 + acconto INPS 10.288. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 29.780 per complessivi versati 113.157 ovviamente pari a 113% del reddito.
Commerciante: fatturato 100.000; costi deducibili per 40.000; reddito da tassare 60.000:
verserà € 48.350 (80,58% del reddito)
nei dettagli: saldo irpef e addizionali 20.680 + acconti 7.554 + Saldo IRAP 1.833 + Acconto IRAP 719 + Saldo inps 11.716 + acconto INPS 5.858. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 19.665 per complessivi versati 68.015 pari a 113% del reddito.
Artigiano: fatturato 100.000; costi deducibili per 70.000; reddito da tassare 30.000
Verserà € 18.184 (60,61% del reddito)
nei dettagli: saldo irpef e addizionali 7.959 + acconti 2.844 + Saldo IRAP 663 + Acconto IRAP 260 + Saldo inps 4.306 + acconto INPS 2.153. Seguirà secondo acconto al 30/11 pari a 7.334 per complessivi 25.518 pari a 85,06%.
A commento degli esiti va detto che le ragioni di simili trasmodanti misure sono dovute a molteplici fattori che giocano da leva finanziaria, facendo crescere i debiti impositivi quali: l’aggregarsi dei contributi previdenziali INPS, che oscillano tra il 24/25%, da sommarsi alle imposte dirette, con aliquota media dal 24/36%, da aggregarsi ad addizionali e IRAP 5%, misure che vengono tutte incrementate a loro volta dal primo acconto (40% del dovuto).
Se poi considerassimo il secondo acconto la misura dei versamenti, può arrivare anche al 126% del reddito, traducendosi in una variabile insostenibile, giacché supera la misura stessa del realizzato, che dovrà rimanere, per assurdo, a totale disposizione delle sole obbligazioni tributarie da onorare pur non bastando.
Con una punta di sarcasmo aggiungerei, nessuno si sogni di chiedere poi “…ma io come vivo?” perché non è onere del fisco rispondere a simile interrogativo, totalmente occupato a combattere l’evasione, degna crociata condotta sin dal secolo scorso con il nobile fine di far pagare tutti meno, …i dati esposti sarebbero la dimostrazione.
I.P.